Se decidi di rimanere una notte in più in un paesino tanto piccolo che lo puoi circumnavigare a piedi in trenta minuti, significa che deve piacerti parecchio.
Le cose da fare a Savoca sono tante e particolari. Tra tutte quelle che secondo me vale la pena non perdere sono:
- Sedersi ai tavolini del Bar Vitelli
- Camminare lungo il percorso ad anello che gira intorno al paese
- Visitare i resti del castello di Pentefur e godere della splendida vista dall’alto
- Fare quattro chiacchiere con la madre della sposa di Al Pacino (cioè la suocera del giovane Corleone)
- Scendere nella cripta del convento all’interno della quale sono conservate più di trenta mummie
Parcheggio, apro la portiera, scendo dall’ auto e, dopo qualche passo, sento quel raro brivido che mi solletica la schiena quando sto attraverso un luogo sconosciuto che però mi fa sentire solo buone vibrazioni. Sorrido e attraverso la piazzetta principale. Ci sono quattro anziani al tavolino in ferro del bar intenti a giocare a carte, mi sporgo dalla balaustra e in lontananza riesco a vedere il mare azzurro che si fa spazio tra alture ricoperte da enormi piante di fichi d’india. L’aria ha un buon odore ed è piacevolmente fresca nonostante il sole sia alto in cielo.
Il Bar Vitelli è la star del paese. Il set del film ‘Il Padrino’, rimasto esattamente come al 1971. Non ci sono più le sedie in paglia ma ciò non distoglie tutti i visitatori (me compresa) dal farsi una foto seduti nell’esatto punto in cui anche Michael Corleone si sedette.
“Dani guarda che stava seduto dall’altro lato! Ma lo hai visto il film?”
“Beh in realtà no, mai.”
“Ma come non lo hai mai visto?!”
Anche la manciata di turisti stranieri intorno a noi sembra aver capito della mia vergognosa mancanza e si gira a guardarmi con un’espressione un po’ sconvolta e un po’ schifata. Prendo il cellulare in mano e controllo che ci sia una buona ricezione internet così da poter rimediare la sera stessa e, nel frattempo, faccio finta di nulla e acquisto un t-shirt del luogo per mascherarmi da fan sfegatata.
Nonostante vengano da tutto il mondo a visitare questo bar, l’atmosfera è estremamente semplice, paesana oserei dire. Riuscire a conservare intatti non solo i luoghi ma anche l’accoglienza, la semplicità, gli odori e i colori di un luogo non è affatto semplice eppure, qui sembra di tornare indietro nel tempo e la cosa è straordinaria.
Una strada lastricata gira intorno al paese, è ben illuminata e permette di camminare anche dopo che è calato il sole. Il panorama lungo tutto il percorso è entusiasmante: c’è sempre lui, il mare, che si mostra con tutte le sue sfumature di blu; ci sono i fichi d’india che macchiano di verde le pareti color ocra delle colline; ci sono le rovine del castello sulla sommità del promontorio dal quale si apprezza una vista a 360 gradi; c’è la chiesa del celebre matrimonio dei Corleone e poi ci sono loro, le vecchie case, alcune delle quali completamente mangiate dalla vegetazione, che conferiscono a tutto il paesaggio un atmosfera malinconica.
La signora nella foto, di una simpatia unica e con un sorriso familiare, nel film interpreta la madre di Apollonia. Ci accompagna per un pezzo di strada tenendoci incollati a lei con la sua allegria contagiosa e con tutti i racconti di quei giorni passati sul set. Porca miseria è così simpatica e gentile che mi dispiace non averle dato la giusta soddisfazione appena conosciuta…la sera stessa mi misi a guardare The Godfather e la ritrovai accanto alla sposa, acciderbolina! dopo quarant’anni non è cambiata di una virgola.
Sotto il convento dei cappuccini si trova una cripta all’interno della quale ci sono delle mummie egregiamente conservate. (Non è possibile fare foto). La maggior parte dei corpi mummificati sono in piedi conservati uno accanto all’altro su una fila che riempie le pareti della stanza sotterranea; 37 corpi maschili evidentemente di diverse estrazioni sociali, lo si evince dagli abiti e dalle scarpe. Alcune sono così rovinate dal tempo che mostrano il piede, c’è chi ha la cintura, chi la giacca con bottoni preziosi, chi camice bianche e chi dei pantaloni larghi e elisi trattenuti da una corda stretta in vita.
Difficile avere così tante cose particolari da visitare in un borgo di queste dimensioni, eppure è questo che fa Savoca…ti sorprende.
















































