Al bar.
Ordino il caffè al bancone.
Vicino a me una donna prende la sua brioche dal piattino, l’afferra male e la fa cadere.
Si piega subito per recuperarla e va ad urtare col sedere contro l’uomo che stava ritto dietro di lei in attesa di uno spazio libero nel quale insinuarsi.
Lei se ne accorge e si alza di scatto.
Ridono tutti e due imbarazzati.
Nel frattempo il barista urla “Signora me la dia!”.
Ma la brioche, su cui la signora aveva appena soffiato vigorosamente, viene addentata.
Alle parole del barista la donna scoppia a ridere, ancora rossa d’ imbarazzo dalla posizione kamasutra assunta poco prima.
L’uomo ritto alle sue spalle ride a sua volta mentre si sistema qualcosa attraverso la tasca dei jeans.
“Intendo dire la sua brioche!” insiste il barista.
La donna mastica e ride, ride e mastica e manca poco si strozza.
Inizia a tossire.
Ecco che una buona samaritana accanto a lei le si avvicina dicendo categorica “Sputi o ingoi, signora sputi o ingoi”.
Barista e uomo ritto ridono sottovoce, mi sento in dovere di dare una mano.
“Signora guardi l’uccellino”
La signora, evidentemente in stato confusionale e traballante per i ripetuti sussulti da tosse si gira di scatto e fissa la patta dell’uomo ritto.
Correggo il tiro “Signora in alto! Deve guardare in alto!”
Il barista ha smesso di fare il caffè e ride, come tutti gli altri del resto. Tranne l’uomo ritto. L’ uomo ritto ha smesso di ridere.
La signora si riprende. Rossa in volto per colpa dell’ultimo colpo di tosse.
“Grazie! Scusate tanto ma mi si era incastrato in gola”.
Non so perché ma mi entra in testa una canzone.
Sorseggio il mio caffè a ritmo, po porno…po porno…po po po po po porno. E poi, avverto un senso di amaro in bocca.
Cazzo!
Non ho messo lo zucchero.

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