Confesso, non ho mai visto il ‘signore degli anelli’. 

Neanche per sbaglio. Neanche un pezzetto. 

Però ho letto ‘lo hobbit’ e devo dire che, l’ho trovato orribile. 

Mentre il pullman ci porta attraverso colline verdi, vengono proiettate alcune scene dei films. Ho visto gente entusiasta, commentare personaggi indicandoli come si fa con gli amici che conosci bene. Io ero l’unica a guardare fuori dal finestrino ignorando del tutto lo schermo al plasma e,ad esser sincera, a me tutto quel verde bastava! 

Scelto nel 1998 da Sir Peter Jackson come set per il suo film e riutilizzato per The Hobbit Trilogy nel 2009 è un luogo fantasmagorico. Dolci colline verdi che nascondono piccole casette dai tondi portoni colorati.

Piccoli gruppi accompagnati che si devono muovere compatti. Ti concedono giusto il tempo per fare qualche foto ma guai a rimanere indietro. É tutto studiato al secondo così da avere sempre la visuale sgombra a 360°, senza altri turisti che ti impallano la foto o ti rallentano.

Attraversi orti con bassi cancelli in legno, casette con staccionate adornate da fiorellini colorati, vedi spuntare finestre da piccole collinette in mezzo ai campi e un grande albero sorveglia l’intero villaggio.

E poi ancora strette vie con piccole case, con piccole sedie e piccoli tavolini, comignoli e scalette in pietra.

Nonostante sia un luogo costruito per girare un film, è assolutamente straordinario. Ti viene voglia di abitarci veramente.

Le case ti trasmettono quel calore che un abitazione dovrebbe darti, i panni stesi al sole infondo tranquillità e tutto quel verde rigoglioso mette gioia.

Giunti vicino al lago ci sono le costruzioni più grandi, con il mulino e il ponte che ti porta alla birreria. Compresa nel prezzo del biglietto hai un boccale di fresca birra artigianale che puoi gustarti nell’accogliente taverna.

Lascio questo paradiso artificiale che poi infondo artificiale non è.

Lontano da tutto quello che ricorda l’odierna civiltà, senza pali ripetitori, costruzioni, cassonetti della nettezza, automobili e rumori di centri vicini.

Caro Sir Jackson se mai un giorno deciderai di cedere una di quelle casette, fammi uno squillo.

 

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