Lago del Turano

Se devi descrivere un lago, sprofondi inevitabilmente in quel finto romanticismo pseudo esistenziale che ti fa cercare paroloni aulici e similitudini un po’ azzardate. Del mare diresti che è divertente, delle montagna che è rilassante, del lago invece…dici che è disarmante. Già perchè la quiete di un lago è sempre piuttosto misteriosa, equivoca oserei dire, infonde tranquillità poiché c’è quasi la totale assenza di rumori ma, sembra sempre debba accadere qualcosa. Il lago appare, come dire…in attesa. Che poi mi vien da domandargli: “Ma come fai a star fermo lì, incastrato tra fitta vegetazione e lingue di terra?”

Con la sua immobilità poetica riesce ad inghiottire baccano e malinconie. Sul suo specchio d’acqua si riflette tutta la bellezza della natura cosa che, a pensarci bene, non accade in nessun altro luogo della Terra; l’acqua s’increspa sotto il peso del vento e talvolta viene accarezzata dagli scafi di piccole imbarcazioni in legno, nulla di più.

Che si resti in piedi sulla riva erbosa o ci si sdrai su una spiaggetta, che si salga sul pendio più alto o si percorrano sentieri sterrati, quando gli si volgerà lo sguardo, ci si sentirà inevitabilmente colti da una beatitudine paragonabile soltanto al librare degli uccelli sorretti dalle correnti d’aria.

Qui sul lago di Turano si affacciano  paesini dalle piccole casette in pietra che ne arricchiscono il paesaggio; io ho visitato i bei Castel di Tora e Colle di Tora, con le loro micro piazze e le strade strette. L’insegna gialla delle poste e telegrafi, la cassetta rossa delle lettere, la fontana, i tavolini quadrati delle bar e la bandiera italiana sul portone del municipio, potrebbe essere creato l’elenco perfetto degli ‘elementi immancabili dei paesini italiani’.

Il lato piacevole di questo posto è che, oltre a rinvigorire lo spirito, appaga anche lo stomaco….pranzare qui nelle calde giornate primaverili, assaggiando i piatti tipici della cucina romana mentre un lieve venticello ti accarezza la testa, è una vera delizia.