Una delle cose che apprezzo di Londra è il concedere l’ingresso gratuito ai suoi migliori musei. Senza il bisogno di pagare un biglietto, si può passeggiare tra magnifiche opere d’arte con la stessa disinvoltura che si ha nel proprio salotto di casa. Almeno questa è la sensazione che ho avuto io tra le mura delle pinacoteche londinesi all’interno delle quali non ti senti un ospite pagante ma, in qualche modo, un co-proprietario di queste opere d’arte che in effetti a pensarci bene, sono patrimonio dell’umanità tutta.

Nel film ‘Borotalco’ si vede un giovane Verdone che, per conquistare la bella Nadia (Eleonora Giorgi), si finge un uomo di mondo, un po’ piacione e un po’ intellettuale, che inventa storie per darsi un tono e, in una delle scene più divertenti, la conversazione si svolge più o meno così:

Lei: “Ma al Louvre ci sei stato?”
Lui: “Sì, caro arrabbiato pure quello!”
Lei: “Ma ci si mangia bene?”
Lui: “Senza infamia e senza lode…”

Nonostante l’ilarità delle battute, nei musei adesso si può veramente mangiare perciò, con molta probabilità, i più giovani potrebbero non cogliere il lato ironico dello scambio di battute. All’interno del National Gallery ad esempio, c’è un bar molto elegante dove fermarsi a sorseggiare qualcosa di caldo o conversare con amici a proposito dei dipinti delle sale limitrofe davanti ad un bicchiere di vino. L’arte diviene così un qualcosa di aggregante, un punto d’incontro, una sana distrazione in una giornata uggiosa, la parentesi estrosa di una vita monotona.

Poter concedersi qualche minuto di estasi davanti ad un Rubens, un Seurat, un Botticelli, un Monet…è qualcosa di sublime. Lentamente mi sposto da una sala all’altra cercando di trovare la giusta distanza per non intralciare lo sguardo di nessuno. Davanti ai girasoli di Van Gogh c’è una folla così vibrante che ricorda le file rumorose fuori ai pastai notturni del week-end. A me questo vaso con il mazzo spampanato non piace per nulla. Sono invece affascinata da quei dipinti che nessuno pare vedere.

Anche nell’arte si è portati a considerare bello tutto ciò che viene indicato come tale, senza dar peso al proprio gusto e alla propria sensibilità e lasciandosi convincere da un pensiero di massa dettato e arbitrario. Avvicinatevi alle tele e guardate le sottili pennellate, le sfumature di colore e le geometrie dimenticate. Vi sorprenderà scoprire quanto sia più affascinante decidere da soli ciò che è bello per voi e cosa non lo è.

 

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