In pieno centro storico fiorentino, a due passi dalle strade dello shopping, si trova una minuscolo chiesetta dalla storia singolare.

Nel 1441 l’Arcivescovo Sant’Antonino fondò la confraternita dei Buonomini di San Martino con il solo scopo di riunire un gruppo di uomini di buono spirito che volessero aiutare le famiglie fiorentine cadute in disgrazia.

Chiedere qualche soldo sembra un’affare semplice, basta allungare la mano o inginocchiarsi davanti ad un piattino ma il gesto, seppur banale, resta uno tra i più complicati che un uomo possa fare. Nel 1983 in “Una poltrona per due”, tutta questa difficoltà viene descritta magistralmente anche se, non serve un film per farci capire quante emozioni si devono nascondere dentro l’animo umano nel momento in cui domanda aiuto.

Immaginate perciò degli ex ricchi signori fiorentini finire sul lastrico, famiglie conosciute e dame rispettate che, ad un certo punto, non hanno di che campare. Sono certa capirete che, dopo aver perso tutto, volessero in qualche modo ‘salvare la faccia’ cercando di mantenere almeno la dignità e l’onore. Non potevano certo abbassarsi a fare l’elemosina…ed ecco che la confraternita veniva loro in aiuto.

Erano definiti “Poveri Vergognosi” e, sebbene suppongo che il denaro raccolto venga distribuito in maniera differente,  ancora oggi si può continuare a lasciare del denaro nelle antiche cassette delle elemosina.

É proprio qui, in questa piccola chiesetta, che nasce uno dei detti più famosi: “essere ridotti al lumicino” cioè, non aver più soldi. Se si voleva ricevere aiuto, bisognava infatti accendere una candela sulla porta d’ingresso per far capire che si aveva urgente bisogno di denaro.

Un luogo di misericordia tra i più particolari di Firenze, con tante fessure nel muro, sia all’esterno che all’interno, dove poter lasciare un proprio contributo ai più sfortunati.

La piccola cappella verrà affrescata nel XV secolo dagli artisti della bottega del Ghirlandaio, le lunette, perfettamente conservate, ritraggono tra le varie storie anche quella di San Martino al quale è dedicata la chiesa.

You May Also Like

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *