La coppia dall’altro lato della serra mi sembra piuttosto esperta, la osservo da qualche minuto, non guarda le piante come fanno gli altri…le scruta! Prendono un vaso per volta, lo sollevano, lo portano ad altezza sguardo, lo fanno girare e rigirare facendo un rapido censimento del fogliame e una conta delle spine. Le piante che superano la prima selezione vengono messe su un tavolino di fianco all’ingresso. Cerco di rubare con gli occhi la loro strategia di scelta, ci sarà un criterio di scarto suppongo anche se proprio non riesco a intuirlo; mi sposto di qualche passo per sbirciare tra le piante prescelte: ce ne sono alcune già fiorite talune sembrano un po’ malconce, altre addirittura non hanno delle spine ma veri e propri aculei così lunghi da far invidia al più cazzuto degli istrici.
“Mi scusi possiamo chiederle delle informazioni?”
Con un gesto della mano il ragazzo richiama l’attenzione dell’addetta alla serra.
“Senta signora, queste qui sono le piante che abbiamo scelto” allunga il braccio verso il tavolino come se stesse presentando degli ospiti ad una serata di gala. “Ci sembrano le più belle in effetti ma non ce ne servono così tante, ne vogliamo soltanto tre. Potrebbe dirci quali tra tutte non hanno bisogno di acqua?”
“In che senso scusi?” La signora si avvicina un po’ perplessa al ripiano.
I due si guardano sgranando gli occhi con affetto e complicità “Ecco…noi pensavamo di mettere le piante su una mensola posta molto in alto sopra la cucina, ed è talmente scomoda come posizione che non ho proprio voglia di prendere la scala ogni volta per innaffiarle…” la ragazza sorride, annuisce e timidamente sotto voce s’insinua nella conversazione “anche perché lo farà lui! Io non voglio pensare anche alle piante!” il consorte la guarda ringraziando per la precisazione e incalza:”…ecco appunto…ci può consigliare quelle che hanno bisogno di poca acqua che ne so…quelle da annaffiare una volta ogni due mesi o al massimo una volta al mese.”
“Beh oddio,” la donna è spaesata “sono piante grasse, è vero, ma ogni tanto dovrete controllare il terreno per sentire se è asciutto, a quel punto dovete dargli un po’ di acqua.Per forza.”
La ragazza si scambia uno sguardo contrariato con il compagno. “Amore te l’avevo detto che pure queste grasse ogni tanto vanno annaffiate, magari gliene mettiamo di più così stanno bene per qualche mese. Lei che dice?”
“Eh no!” interviene preoccupata la signora “Se annaffiate troppo marciranno”.
“Ecco vedi” recrimina lui, “me lo ricordavo che le piante grasse ne vogliono poca di acqua, vabbè signora… invece per la pulizia come si deve fare? Ci pensano da sole?”
“Come dice scusi?” La signora indietreggia e io mi avvicino di un paio di passi perché la conversazione è decisamente tra le più interessanti alle quali ho assistito nelle ultime settimane.
“Voglio sapere se la polvere se la tolgono da sole o, stando in alto sulla mensola, dovrei anche pulirle!”.
L’inserviente butta gli occhi al cielo affossando per un attimo la testa tra le spalle “Ma non capisco proprio mi scusi, sono piante, semmai su quelle d’appartamento con le foglie larghe ogni tanto si forma una lieve patina grigia ma con un panno può lucidare le foglie, comunque queste che avete scelto, beh ecco…direi che non hanno bisogno di molta ‘manutenzione’ diciamo così.”
E io ce lo vorrei proprio vedere (questo genio) mentre spolvera con lo swiffer quel grande cactus pieno di spine. Sorrido.
Ormai sono troppo vicina e tutti e tre se ne rendono conto, ci guardiamo mantenendo il fiato per qualche secondo come in uno stallo alla messicana fino a quando…ecco dipingersi un sorriso sul volto di tutti e tre…rispondo al sorriso e, senza accorgermene sto già dicendo…. “Oh ragazzi comunque…l’Ikea è piena di piante finte.”
Mi viene in mente il film Sausage Party nel quale i prodotti di un supermercato si animano e discutono su quanto dev’essere bello essere scelti da quegli umani che invadono al mattino le corsie dello store riempiendo i carrelli e le buste in plastica.
Mi fermo un secondo prima di uscire. Guardo le piantine in attesa di acquirenti e improvvisamente gli spuntano bocca e occhi. Sento persino le loro vocine stridule: ‘Prendi me! Scegli me! portami a casa farò tanti fiorellini colorati te lo prometto!” Mi abbasso ad un gruppetto di mini cactus e quasi sibilando dico: “Ragazze mi raccomando…vanno bene tutti…ma quei due laggiù…no!! Se vi dovessero scegliere, fate finta di appassire prima di raggiungere la cassa. Avete capito?!?”
Il giardino Sotto Vico è di dimensioni modeste ma con un’incredibile varietà di piante grasse provenienti da tutto il Pianeta. Marocco, Messico, Madagascar, Namibia, sono solo alcuni dei Paesi di origine di questi particolari esemplari. Accessibile a tutti gratuitamente, cani compresi, ha al suo interno un laboratorio per corsi di ceramica e botanica, un piccolo orto, uno stagno, panchine posizionate sotto archi in fiore e, i servizi igienici. L’ho trovato un luogo molto piacevole all’interno del quale poter passeggiare per qualche minuto approfittando della rilassatezza e della magia che la Natura evoca.


























