Giugno.

Volterra, in Toscana.

Un’antica tradizione religiosa.

Gli elementi per una bella festa ci sono tutti.

Il palio del cero ha origini antichissime, la storia narra che questa tradizione sia nata come gesto di devozione e omaggio verso la Chiesa. Le contrade della città ogni anno infatti, raccoglievano denaro per l’acquisto di un ingente quantitativo di cera da poter donare alla parrocchia.  Ovviamente più si donava più la contrada si sentiva orgogliosa ed importante.

Nel Cinquecento la ‘lotta’ per primeggiare agli occhi della sacerdote si fece un pizzico più accesa, la competizione infatti,  divenne una questione di muscoli e vide i giovani delle varie contrade, alle prese con un pesante carro in legno.

Il barroccio doveva essere spinto lungo le strette strade del centro storico sino al raggiungimento del traguardo. Chi prima arrivava poteva portare in dono al prete il grande cero che troneggiava sul carro.

I Santi patroni della città, con tutta quella cera, potevano a quel punto tutelare e vigilare i cittadini devoti, in completa serenità.  (ok un po’ di sarcasmo posso usarlo, me lo ha detto il medico)

La tradizione non è stata mai abbandonata. Oggi le otto contrade, composte da otto persone ciascuna (negli ultimi anni i giocatori sono sei uomini e due donne), si sfidano ad un tiro alla fune che appare estenuante.

I rappresentanti delle diverse squadre fanno ingresso in piazza insieme all’immancabile sacerdote, gli sbandieratori e la banda con file di tamburi che vengono percossi creando un rimbombo parecchio ritmato che accompagna la sfilata. Gli abiti della rievocazione sono curati nei minimi dettagli, dai calzari ai copricapo dando così colore e ritmo alla splendida Piazza dei Priori.

Sopra il carro in legno viene posizionato il lungo e pesante cero. É una gara ad eliminazione e, tra le grida di incoraggiamento dei turisti e le urla da stadio dei tifosi delle diverse contrade, si giunge in poco tempo alla resa dei conti.

Quest’anno è stata la contrada San Giusto ad aggiudicarsi il podio e gli onori della Piazza.

I turisti provenienti da tutto il mondo sorridono e si congratulano coi vincitori e proseguono i festeggiamenti con le belle dame dame dai lunghi abiti variopinti, i tamburini, i balestrieri con le calzamaglie a righe e gli sbandieratori.  L’atmosfera è spensierata e gioiosa. Stando ai volti divertiti degli astanti, direi che la festa… è più che riuscita.

Per  fortuna anche quest’anno i Santi hanno avuto tutta la cera di cui avevano bisogno.

(Sulla prescrizione medica c’è scritto ‘sarcasmo x2’, perciò non guardatemi in quel modo!)

i tamburi

il tiro alla fune

 

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