Gli ultimi tre anni della sua vita Leonardo li ha passati in questo maniero ad Amboise. Un luogo incantevole, alle porte della cittadina, non lontano dal castello del Re Francesco I che sovente era ospite di Da Vinci. Pare ci fosse un forte legame tra di loro, una stima che andava ben oltre l’ammirazione; alla sua morte il Re si trovava accanto al suo capezzale e lo strinse in un abbraccio addolorato, o almeno chi era lì riferì così. Come dargli torto, un genio se ne stava andando, un ingegnere, pittore, ideatore, un’uomo dalla straordinaria inventiva al di fuori dell’umana possibilità; quanti di noi vorrebbero avere un’idea geniale, una folgorazione; quanti vorrebbero inventare qualcosa di utile alla quale ancora nessuno ha mai pensato?
Casa di Leonardo mette quasi soggezione perché è piena zeppa di idee. Ci sono le armi da guerra, gli strumenti per volare, per costruire, per trasportare. Ci sono dipinti e studi scientifici, di botanica, di anatomia. La meccanica e l’ingegneria hanno trovato terreno fertile tra i tessuti cerebrali di quest’uomo barbuto.
Un museo in piena regola dove tutto è rimasto al suo posto, o almeno questa è l’impressione che si ha. Camminare dove passeggiava lui, magari mentre era in cerca di una nuova formula; guardare fuori dalla finestra della sua camera da letto e vedere gli stessi vecchi alberi muoversi al vento.
Fa un effetto strano entrare in casa di altri senza essere invitati (certo a meno che tu non sia un ladro di professione), ti senti sempre fuori posto…come dire…indesiderato. Ho pensato questo mentre attraversavo il suo giardino.
Leonardo Da Vinci poteva mai immaginare che un giorno, laddove erano piantati gli odori per lo stufato, sarebbero sorti due bar che vendono coca cola, pizza e baguette farcite? É un po’ come andare in bagno in casa propria ed immaginare che un giorno qualcuno farà i tuoi stessi passi per andarsi a comprare una granita alla menta ad un distributore che si troverà al posto del lavandino! Probabilmente essere un genio significa anche questo, essere responsabile di un’evoluzione che va oltre il programmato e il voluto, ritrovarsi la casa piena di gente che curiosa in qua e la fotografando con avidità tutti i tuoi averi.
Se mai mi venisse in mente un’idea alla Leonardo Da Vinci, inizierò a transennare casa e ad appoggiare tra le mie cose cartelli con su scritto “non toccare”, così, giusto per precauzione.