Prima di arrivare in questo angolo di perdizione (nel senso che ti perderai sicuramente e vagherai come un pirla che cerca il bagno in un ristorante nonostante gli abbiamo detto “in fondo a destra”), potresti fermarti agli outlet che si trovano non molto distanti dall’ingresso in città.
Io ho fatto degli acquisti spendendo pochissimo non solo perché i prezzi erano decisamente bassi, ma in fila alla cassa una signora giapponese è inciampata mettendo il piede in fallo nella sciarpa che le pendeva da sotto tutto quel cumulo di acquisti, l’ho ripresa al volo e per ringraziarmi mi ha regalato un coupon per il 50% da spendere in giornata. Direi che la fortuna ha iniziato a girare prima ancora di mettere piede in città!
Sfiga nun te temo!
Seguo le indicazioni del navigatore, ho prenotato un albergo 4 stelle un po’ distante dalla via principale ma, una suite a 22 euro era troppo allettante.
Mi sporgo in avanti per leggere il cartello sulla mia testa. Recitava più o meno qualcosa tipo “la polizia di Las Vegas è padrona della città”. Ora, ad essere sincera, non ricordo le parole esatte ma sembrava un invito a non fare i furbetti in nessun modo.
Afferro più saldamente il volante e tengo gli occhi sulla strada, il traffico è notevole.
Il navigatore mi dice di girare, ma la strada è impraticabile. Mi perdo. Inevitabilmente.
Al semaforo tiro giù il finestrino e cerco di attirare l’attenzione del poliziotto che sta alla mia sinistra.
Si gira. Mi grida qualcosa da dentro l’abitacolo. Non capisco. Sposta l’auto quasi a tamponarmi. Mi devo spostare alla mia destra. Continua a spingermi con il muso e fa segno di proseguire nel parcheggio del supermercato davanti a me. Ci vado anche se il semaforo è ancora rosso.
Non faccio in tempo a spegnere il motore che lui mi sta già alla portiera. La apre in brusco modo. Continua a gridare e mi fa scendere prendendomi per un braccio. Intanto a sirene spiegate altre due macchine lo raggiungono e scendono correndo verso di me.
Inizio a vedere tutta la mia vita che mi passa davanti poi capisco che le immagini si distorcono e diventano la sequenza veloce delle puntate di csi , io bambina che corro lungo le strade con in mano un pennello per le impronte digitali, io ragazzina che trovo una mano mozzata mentre costruisco un castello di sabbia, io al primo bacio mentre alle mie spalle un uomo spara un colpo in aria.
Prima di diventare vittima dei miei stessi sogni ad occhi aperti riprendo in mano la situazione, mi riprometto di non guardare più telefilm investigativi e faccio l’unica cosa utile: piango.
Le lacrime scendono a fiotti grosse come biglie.
I poliziotti mi stanno ancora gridando in faccia “non si fermano i poliziotti! Non si affiancano i poliziotti! Che cosa vuoi? Chi sei?! Documenti!” Credo di aver anche sentito “un fiorino!” ma non potrei giurarci.
Tiro fuori il passaporto e chiedo scusa giustificando il gesto come un’ innocente richiesta di informazioni perché non trovo il mio albergo.
Com’è finita? Una delle macchine mi ha indicato la strada sino a destinazione.
Lacrime perse: 230 cl, mutande da cambiare: 1.
Se avete un buon navigatore la vita sarà meno complicata.
Las Vegas è un posto folle!
Se non avessi incontrato nella prima ora due ragazzi canadesi che mi hanno fatto compagnia per tutto il mio soggiorno come dei buoni vecchi amici, sarei sicuramente tornata a casa con un paio di tatuaggi, il fegato a pezzi e il conto in banca prosciugato.
Costretta in una dimensione parallela senza cognizione di tempo e spazio con tutte quelle musiche, suoni , colori, euforia e cose da vedere, perdi il senso della realtà!
Passeggiando all’ interno di un albergo (vattelappesca quale) ci ritroviamo al piano superiore di un altro hotel, poi nel sottosuolo poi in strada e ancora in cima ad un palazzo.
Ci sono ascensori che viaggiano in diagonale, scale mobili, corridoi infiniti, ampi spazi adibiti a città dalle dimensioni ridotte, montagne russe e bar di ogni tipo. Per non parlare dei ristoranti, le pasticcerie, i negozi e le immense sale teatro.
Non sono un accanita del gioco, anzi a dir la verità ho cambiato 10 dollari e ho giocato solo 5 minuti alla roulette. Ho vinto 30 dollari! E ho esultato come se ne avessi vinti 30mila!
Cose che non vi potete perdere se andate a Las Vegas:
-partecipate ad uno spettacolo a vostro piacere. Ci sono concerti, spettacoli di magia, balletti burlesque e molto altro. I biglietti potete acquistarli tramite il vostro albergo o in qualsiasi altra biglietteria troviate nella hall dell’hotel che state attraversando.
-sedetevi al bancone di un bar e prendete una birra che costa come una cena e fate due chiacchiere con il barista che, distratto, vi sorriderà mentre asciuga con uno straccio i bicchieri appena lavati.
-andate a vedere gli squali al Mandalay Bay Aquarium.
-andate nell’atrio del Bellagio per scoprire il fantastico allestimento e godetevi il dolce suono di un’arpa.
Questo è l’albero che ho trovato all’ingresso, non so se ci sia ancora, ma si muoveva e girava lo sguardo! É stato come essere al cospetto di un personaggio dei cartoni animati!
-andate a vedere lo spettacolo delle fontane all’ora del tramonto. Fatevi una foto nell’atrio del Caesar Palace e chiedete alla reception “quel Cesare abitava qui?” (cit. -una notte da leoni-)
-fatevi un giro in auto fino al negozio dei pegni diventato famoso grazie ad un programma televisivo. All’interno troverete un’intera area dedicata ai souvenir con le facce dei proprietari dell’attività. (roba da manicomio i loro volti sono appiccicati su bicchieri, orologi, carte da gioco, banconote, ferma cravatte, asciugamani, penne, tovaglioli, borse, posaceneri, quadri, forse anche carta igienica, ma no ne sono sicura.)
In ultimo potete fare un salto al Battlefield Vegas. Proprio come in un bar, vi verrà dato un menù con l’elenco di tutte le armi a disposizione e il prezzo per proiettili sparati.
Mi dia un mitra con 10 colpi, lisci, senza ghiaccio grazie.
Nella città che ha più telecamere al mondo, ce ne sono a decine ogni angolo, si possono fare le cose più assurde. Probabilmente esserci andata da sola è stato un po’ da incosciente, tutto quello che sta al di fuori dalla via dei grandi alberghi è totalmente privo di sfarzo e colori.
Ci sono barboni che spingono carrelli stracolmi di indumenti, qualche persona seduta sui marciapiedi, forse ubriaca, forse drogata, forse persa; casette fatiscenti con giardini bruciati dal sole, recinzioni di filo spinato e spranghe alle finestre.
Las Vegas inizia e finisce in un istante. Non è altro che una lunga via che ti offre distrazioni e divertimento. Potete correre con le più costose auto in commercio in un circuito poco distante dal centro, affittare una limousine, saltare sul letto a tre piazze e bere da un bicchiere alto mezzo metro.
Non è altro che un parco giochi per adulti e, ad essere sincera, in principio mi sentivo piuttosto a disagio a girare come un’idiota tra maxi schermo e luci abbaglianti. Mi sentivo a disagio ogni volta che incrociavo una donna vestita da sposa che si trascinava sorreggendosi al braccio del neo marito. Ero a disagio tutte le volte che dovevo percorrere corridoi di moquette lunghi centinaia di metri alla ricerca di una toilette. Poi, alla fine, ho scoperto il segreto del successo di questo luogo: renderti parte di un mondo che non esiste, che non ti giudica, che ti cattura prendendoti per mano e ti trascina con se, come fanno i bambini che, entusiasti, non vedono l’ora di salire sullo scivolo più alto.
Un paio di sere sono più che sufficienti a mio avviso, ma se siete dei vampiri e volete trascorrere la notte più lunga della vostra vita, potete restarci giorni interi, senza mai vedere un raggio di sole.