Autore: Michael Easter
Il libro parla di un viaggio? Sì.
Lo descrive bene? No.
Un testo che c’entra poco con la letteratura di viaggio, le recensioni (talvolta fuorvianti) lo descrivevano come un viaggio oltre i limiti umani, un’avventura che consente al protagonista di riscoprire quanta forza, efficienza fisica ed intellettiva abbiamo perso negli ultimi secoli.
Un romanzo che tocca così tanti temi da poter essere un’ottima lettura sia per gli appassionati di nutrizionismo, che di psicologia, per coloro ai quali interessa la sociologia, oppure la chinesiologia o per quelli che sono in cerca di un libro che tratti, in modo un po’ più particolare rispetto ai libri ‘self help’, il benessere mentale.
L’autore intraprende un viaggio in Alaska. Non un viaggio di piacere alla scoperta dell’estremità del Pianeta bensì un periodo di cinque settimane trascorse nelle aree più remote, isolate e difficili del Paese. Era il 2009 quando Michael decise di provare a sfidare il suo corpo gettandosi a capofitto in una delle esperienze fisicamente più difficili che si possano fare ai giorni nostri: vivere come i primitivi.
Niente alberghi, niente riscaldamento, niente confort. Al posto delle comodità che ognuno di noi ricerca in un viaggio, egli deve cimentarsi in lunghissime camminate nella neve in cerca della preda da poter cacciare, senza lavarsi, senza distrazioni social e seguendo i ritmi della natura.
Da quell’esperienza l’autore costruisce delle riflessioni che, seppur elementari, sono piuttosto intelligenti: siamo dei pappamolli. Il nostro fisico non è più allenato per percorre grandi distanze e portare carichi, non siamo più abituati a sentire suoni flebili in mezzo alla natura né a vedere i piccoli dettagli che essa ci offre. Abbiamo dipendenze innaturali da cibo, da alcool, da fumo, da televisione, da applicazioni social, da droghe, da ascensori auto e scale mobili, da divano, da tapis roulant, da medicine, da pensieri cattivi, da ansia.
Persino la temperatura corporea non è più in grado di autoregolarsi essendo sballata da condizionatori e riscaldament0. Ammalarsi di varie patologie è davvero un attimo oggigiorno perché il fisico non è più in grado di cavarsela da solo.
La noia, la paura, il desiderio e lo stress sono alcuni degli argomenti trattati costruendo un continuo parallelismo tra il viaggio e la vita quotidiana. Il raffronto è portato avanti attraverso la descrizione di studi scientifici ed interviste ad esperti di vari settori.
Sicuramente una lettura interessante se si è in cerca di un libro che possa aprire la mente mettendola difronte ad una realtà difficile da accettare che possa però far risvegliare quella parte selvaggia ormai assopita dentro di noi.
“…ci siamo evoluti nella natura e quindi abbiamo programmato, nei nostri geni, il bisogno di vivere e connetterci con la natura e con gli esseri viventi. Se non lo facciamo, andiamo un po’ in tilt, come se ci mancasse una “sostanza nutritiva” necessaria per il nostro corpo, per la mente e per la percezione del proprio sé…”
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