Una delle atmosfere più incantevoli che abbia mai vissuto. I parchi londinesi alle prime luci del mattino in inverno, sono luoghi meravigliosi. La nebbia fa fatica ad alzarsi dai campi, la rugiada è talmente gelida che imbianca il terreno e rende friabili e rumorose le foglie che si infrangono in mille pezzi sotto il peso dei passi. La luce opaca e fioca cerca di farsi largo attraverso fitti banchi di nebbia sospesi poco sopra le teste dei camminatori. I cani sembrano rincorrere spettri e gli alberi appaiono oltre modo immobili ed eleganti.
Cammino lungo un sentiero interrompendo ahimè il silenzio che mi circonda. Chissà che freddo avranno gli scoiattoli addormentati nelle piccole fessure dei tronchi. Chissà che peso dovranno sopportare le povere foglie invecchiate e piegate dal ghiaccio. Se potessi fermare il tempo, prolungherei questo momento indefinitamente.
L’Osservatorio, attivo dal 1675, si trova in cima ad un modesto promontorio all’interno del Greenwich’s Park che ospita diverse strutture museali.
Il Meridiano di Greenwich separa l’Est dall’Ovest, allo stesso modo in cui l’Equatore separa il Nord dal Sud. Nel 1880 in quel di Washington, fu deciso dalla maggioranza delle compagnie di trasporto navali, che proprio questo Meridiano venisse scelto come il Primo Meridiano mondiale (longitudine 0°). Successivamente in base a questa decisione, furono regolati anche i fusi orari terrestri.
La linea immaginaria attraversa diversi Stati: Groenlandia, isole Svalbard, Regno Unito, Francia, Spagna, Algeria, Mali, Burkina Faso, Togo, Ghana e giù sino in Antartide.
Oggi qui all’Osservatorio è possibile passeggiare tra le stanze che un tempo ospitarono illustri scienziati ed astronomi e visitare un interessante museo che ripercorre la storia della misurazione del Tempo e la nascita dei suoi fusi orari, in un susseguirsi di antiche mappe nautiche, orologi d’epoca, strumenti di misurazione e mappamondi. Tra le cose più curiose segnalo però l’orologio posto accanto al cancello d’ingresso. Si tratta di un antico ed unico esemplare di orologio capace di segnare tutte e 24 le ore.
Mentre una famiglia continua ad imprecare per il prezzo del biglietto sostenendo che su Instagram le foto della ‘striscia a terra’ fossero decisamente diverse (cito: “sta striscia era più lunga e non era qui, l’avranno spostata!” “E’ vero l’ho visto anch’io, anche le scritte a terra sono diverse e non c’era sto palazzo dietro!” “Chissà dov’è quella originale, abbiamo speso un botto per sto pezzetto di striscia a terra. Schifo.”), io salterello come un coniglio ubriaco da Est a Ovest cercando di realizzare un video simpatico (decisamente scadente) con l’unico risultato di far sorridere un gentile signore Coreano che per tutta la durata della visita mi ha messo un’infinita allegria con le sue risate goffe ed i suoi “Ooohhh” di meraviglia.
Uno dei modi per raggiungere l’Osservatorio da Londra è: prendere la linea grigia Jubilee sino a North Greenwich, uscire dalla stazione prendere il bus 188 e scendere alla fermata National Maritime Museum. Dal cancello d’ingresso si attraversa il parco e si arriva agilmente all’Osservatorio. Per chi viaggia in auto i parcheggi sono proprio davanti all’ingresso dello stesso.
Nonostante nel 2015 il più accurato metodo di misurazione GPS ha spostato di 101,80 metri ad est il punto in cui passa il meridiano zero, questo breve binario in ferro che solca il piazzale dell’Osservatorio rimane un’affascinante modo per vedere il mondo sotto un’altra prospettiva: diviso in due come una polpetta gigante. Basta spostarsi di qualche centinaio di chilometri per avere orari e giorni diversi, una specie di spartiacque tra il passato e il futuro (che poi è un po’ il compito dell’Antimeridiano). A pensarci bene, abbiamo creato proprio delle strane convenzioni per scandire il tempo che poi, se non sappiamo impiegarlo, cosa lo contiamo a fare?