– Sig. Gentilini: “Vai a prendere altre tovaglie e don’t break my ball!”
– Ruoppolo: “Non ho afferreto scusi…”
– Sig. Gentilini: “Nun me rompe li cojoni!”
– Ruoppolo: “Ho afferreto benissimo!”

Macchine e macchinari che hanno fatto la storia del Corpo dei Vigili del Fuoco in mostra in enormi sale di una storica palazzina in legno pietra e mattoni. Una collezione che annovera pezzi risalenti al 1700 con vetture di un’eleganza cinematografica. Solo i più giovani probabilmente non conosceranno il divertentissimo film ‘I Pompieri‘ di Neri Parenti del 1985, un vero cult movie con un cast vincente. Una storia che vede per protagonisti un gruppo di uomini eterogenei dalle diverse personalità e attitudini che si ritrovano loro malgrado a fare squadra. Affiatamento, dedizione e sacrificio, tre cose che non mancano ai Vigili del Fuoco, (probabilmente l’unico corpo statale a cui la gente non darebbe addosso), sono loro il sogno di intere generazioni di bambini (quando ancora non esistevano calciatori, tronisti e content creator). I Pompieri smettono di chiamarsi in questo modo con un Regio Decreto del 1938 e diventano i Vigili del Fuoco, ma ancora oggi il termine non si è perso.

In questo enorme spazio espositivo i veicoli sono sistemati a lisca uno di fianco all’altro e, camminando lungo il corridoio centrale, si ha la sensazione di passare in rassegna dei valorosi servitori della comunità. Ci sono biciclette con la pompa arrotolata sul telaio; antichi carri cisterna, sidecar, auto d’epoca con panchine in legno montate sulla carrozzeria posteriore, carrozze, veicoli con scale allungabili e piattaforme e, persino un elicottero.

Solo nel 1920 macchine a vapore e cavalli verranno rimpiazzati dal più conosciuto ‘camion dei pompieri’. Non è solo l’ingegno adoperato per gli allestimenti dei vari mezzi, ciò che colpisce è anche l’eleganza degli stessi, con scritte in oro vergate a mano sulle carrozzerie rosse lucenti.

Il museo è un vero gioiellino, una raccolta storica incredibile che offre al visitatore la possibilità di vedere non solo mezzi di trasporto d’epoca, ma anche strumenti antichi e moderni, uniformi storiche, modellini, giornali e foto del secolo scorso.  Un tuffo nel passato del glorioso e amato Corpo dei Vigili del Fuoco che da secoli si adopera per la sicurezza e la salvezza dei cittadini.

Come potrei non concludere con uno dei ritornelli più famosi del film sopra citato, sulle note della canzone ‘Scozzese’ interpretata Renato Rascel, quattro strofe che vi sfido a non leggere cantando.

“Era meglio morire da piccoli

con i peli del culo a batuffolo

che morire da grandi soldati

con i peli del culo bruciati.”

 

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