Già il nome mi fa impazzire!
Sono rimasta seduta al tavolino di un bar, cercando di capire se ripartire o, se restare qui, per sempre. L’altra parte del mondo, eppure, io sento un brivido lungo la schiena e un solletico dentro lo stomaco. Mi sono innamorata follemente di questa città. Non credo di aver mai perso l’equilibrio cerebrale per nessun luogo al mondo ma, Queenstown mi ha stregata! A tutt’oggi non capisco perché non abbia seguito l’istinto; sarei dovuta rimanere, ero già lì infondo, non dovevo affrontare nessun estenuante viaggio, (le gambe informicolate, i lunghi sonnellini che poi ti svegli e son passati solo dieci minuti! Quei televisori sui sedili così vicini da farti bruciare gli occhi, l’imbarazzo di dover svegliare chi hai accanto per andare a far pipì e il cocente nervosismo quando sei tu ad essere svegliata dalle puzzette di quello davanti. Le camminate nei corridoi stretti per riacquistare la circolazione delle chiappe e gli spuntini infiniti a base di minuscoli snack! Fateli più grandi per Diana! I vuoti d’aria e il pensiero di non aver nessun Dio al quale assicurarsi, le sudate sotto il pile e poi il freddo gelido dei bocchettoni sulla testa; il torcicollo e le scarpe che spariscono sotto il sedile, la voglia di fumare una sigaretta e la carta igienica più ruvida dei tovagliolini del bar.) Non dovevo proprio, io c’ero già, camminavo per le strade del centro, muovevo le fronde dei grandi salici piangenti spiando il lago e le nuvole basse. Respiravo quell’aria fresca, l’atmosfera elegante e scanzonata, tutto mi diceva di rimanere, persino il vento che leggero mi accarezzava i capelli, pareva volesse sedurmi con la sua brezza fresca.
Si trova nell’isola del sud e si sviluppa lungo il lago Wakatipu. E’ una città a misura d’uomo, c’è veramente tutto: il lago, la montagna, grandi parchi, bosco, un centro ricco di ristoranti con menù deliziosi , locali arredati con gusto, tantissimi negozi, e tutt’intorno villette splendide, ognuna delle quali con giardino e garage. Ordinata, pulita e accogliente. Gli uomini tra i più belli del pianeta e…beh insomma basta questo ad innamorarsi del luogo o mi sbaglio?
Una funicolare ti porterà su in vetta dove potrai abbracciare tutta la città in un solo sguardo. Gli sport all’aria aperta qui sono un must e, dalla cima, potrai scendere con lo slittino o tuffarti nel vuoto con il bunjee jumping!
Gli sport estremi non vanno d’accordo con la mia schiena, son belli certo (da vedere), sono adrenalinici (anche la sveglia al mattino in piena fase rem lo è), sono un brivido lungo la colonna vertebrale (come vedere uno che mangia la mortadella con la marmellata). Ma la città mi offre altro, la sua semplicità, il tempo che scorre spensierato offrendosi ai tuoi pensieri e facendosi Vita che ti scorre tra le dita. Puoi assaporare ogni momento con una naturale tranquillità, ed ecco il musicista sulla piccola spiaggia sabbiosa, i bambini che corrono all’interno del negozio di cioccolato, e le coppie di anziani che mangiano un gelato sul pontile in legno.
Ci sono dei ristoranti che invogliano ad entrare ve ne consiglio qualcuno:
Vudu Larder a due passi dal lago in questo locale arredato in legno potete fare un’ottima colazione o un brunch delizioso. Ha delle vetrine di dolci e salati incredibilmente ricche e le torte sono ottime.
Fergburger pare sia il ristorante dove servono i migliori hamburger del mondo. Avete capito bene, del mondo! La fila fuori dal locale è lunghissima, abbiamo aspettato circa un’ora prima di riuscire ad addentare quello che prometteva essere il miglior panino del pianeta ebbene…è incredibile! Le papille gustative stanno ancora applaudendo!
Atlas Beer Café un pub che serve un gustoso panino con guacamole piccante e pesce fritto e un succulento filetto con burro alle erbe e patatine. Un’ottima qualità a buon prezzo. Il locale è particolarissimo, il bagno si nasconde dietro al frigorifero ed è talmente particolare (come potete vedere) da essere una delle attrazioni per turisti più simpatiche che abbia mai visto. Non bevete troppe birre altrimenti potreste vedere il bagno muoversi sotto ai vostri piedi!
Per assaggiare qualcosa di nuovo, fermatevi in un supermercato e comprate le pere nashi (che io adoVo! e lo dico mettendo una mano sul petto e alzando gli occhi al cielo); hanno un gusto fresco, sublime. E poi, provate il Kiwano. Un frutto di origine africana che viene coltivato in Nuova Zelanda dagli anni trenta. Chiamato così perché all’interno ricorda un kiwi. Ha un sapore particolare, ricorda un cetriolo per la consistenza, ha il gusto di banana ma dopo qualche morso resta in bocca un retrogusto acidulo di agrumi.
Chissà, magari un giorno ci tornerò a Queenstown, a vivere magari.
Magari (sospiro).
E, se doveste passar di là, accarezzate quelle nuvole leggere da parte mia.