800 metri lungo una salita che quasi tutti i siti internet descrivono come ‘lieve’.
Malimortè! Io ho fatto una sudata epica.
Ad ogni passo maledivo i piatti di pasta ‘ncasciata degli ultimi quindici anni e più li maledivo e più sudavo e più sudavo e più li maledivo, ad un certo punto ho dovuto smettere perché mi stava venendo appetito.
Guardo il cane e lei guarda me: “Fortuna che non batte il sole su questa salita” dico a denti stretti con una smorfia travestita da sorriso per darle un po’ di coraggio. Di tutta risposta il cane si volta dall’altro lato. La seguo con lo sguardo per un po’ aspettando che si rigiri. Niente.
Sento i glutei arroventati, come se delle strisce di ferro caldo mi stessero percuotendo, continuo a fissarla in cerca di un po’ di sostegno amico, lei si volta rapida, io sorrido, lei si rigira e mi sembra quasi di sentirla parlare: ‘ Vorrei sapere…ma’ndo cazzo me sta a portà questa?!’
Mi viene da ridere ma mi contengo, faccio giusto sobbalzare un po’ e spalle, risparmiando il fiato della risata che adesso sarebbe proprio sprecato.
Qui ci svolgono la via crucis e mi chiedo: “quante sono le tappe?”
Butto gli occhi al cielo cercando di ricordare ma è inutile, sarebbe come voler far tornare alla mente le procedure di accensione dello Space Shuttle. Finalmente arrivo in cima.
Passo attraverso la porta con il piglio di un conquistatore. Alzo le braccia al cielo e con voce ritrovata esclamo: “minchia sto posto toglie il fiato!”
“Bello vero?” mi sorprende un uomo alle spalle.
“In realtà intendevo la salita”. Rispondo sgraziata senza nemmeno girarmi.
Sento gli occhi addosso, è vero, sembro appena uscita dal corso di acquagym. Me ne frego e vado a rintanarmi nella grotta alle spalle del tempio dove c’è un’umidità e un ricircolo d’aria così impertinente che se non mi ha ammazzato la salita, con tutta probabilità lo farà sta parete scavata.
In realtà qui è bello davvero. Da alcune angolazioni pare che il tetto sfiori la roccia, sembra quasi incastrata nella montagna.
Non c’è niente da fare, la Chiesa ha gettato le fondamenta nei luoghi più suggestivi d’Italia. Ad esempio, è stato Papa Leone XII a volere questo tempio, proprio qui, dove lui era nato. Non oso pensare se quest’uomo fosse venuto alla luce, che ne so, a Capri, avrebbe forse fatto edificare sopra i faraglioni?
Probabile.
Se non altro, sarei potuta salire in costume da bagno.