A soli 18.502 km da casa, chilometri che possono essere fatti comodamente con un viaggio aereo di 35 ore, c’è il parco nazionale Abel Tasman, uno dei luoghi da non perdere nell’isola del Sud della Nuova Zelanda. Un piccolo traghetto ci porta a nord del parco dove si trova un percorso Trek panoramico molto suggestivo. Il mare ha un colore quasi innaturale. Se volessi riprodurlo in un disegno chiunque considererebbe la scelta dei colori una decisione di pura fantasia. Eppure qui l’oceano è di un verde molto chiaro e si ha quasi la sensazione che abbia una consistenza più morbida dell’acqua, come se ci si potesse tuffare in una di quelle bibite colorate in vendita nelle stazioni di servizio americane.
La sabbia ha sfumature marcate, dal rosso, all’arancio, al giallo, all’ocra. Le onde lente la ricoprono come un velo come a volerne nascondere la bellezza. Il trekking passa attraverso una fitta vegetazione seguendo sentieri sterrati che si dipanano tra la cresta della costa e l’interno. Ponti tibetani, insenature nascoste e spiagge segrete, felci che ombreggiano il sentiero e panchine posizionate strategicamente per ammirare il panorama. Dopo aver camminato un paio d’ore, come salmoni canadesi risaliamo la corrente seguendo il richiamo dell’acqua. Nascoste tra un fitto muro verde e un percorso di rocce non molto semplice da affrontare, ci sono delle pozze d’acqua fresca perfette per fare una pausa rigenerante.
Più selvaggia di Tarzan, e più cazzuta di Dora l’esploratrice, salterello in qua e là respirando a pieni polmoni quest’ aria incontaminata. ‘Come sarebbe bello vivere qui nel bel mezzo del nulla senza nessuno che ti rompe le..’ non faccio in tempo a pensare una cosa che mi ritrovo davanti ad un villaggio. Visione del tutto inaspettata. Si chiama Torrent Bay ed è una delle cose più fighe che un’amante della Natura possa incontrare. O forse no. Una sorta di quartiere proibito in un angolo di paradiso.
Passo davanti le piccole case guardandole con il due percento di curiosità e il novantotto d’ invidia. Una coppia di pensionati (suppongo) sta sorseggiando il caffè (suppongo anche questo) stando comodamente seduti in veranda. Quanto tempo si può passare seduti in veranda a sorseggiare caffè in un luogo come questo? Giornate intere (suppongo). Gli passo davanti cercando di apparire il meno possibile come una stalker ma continuo a guardarmi indietro per seguire ogni loro movimento. Non ne fanno nemmeno uno e poi, escono dalla mia visuale.
Passo dopo passo, baia dopo baia, il tempo scivola dalle mani ed i pensieri si barcamenano tra quello che è, che sarà e quello che potrebbe essere. Anch’io voglio sorseggiare il caffè qui nel parco nazionale dall’altra parte del mio mondo. Poi, approdata all’ultima spiaggia, mi tolgo le scarpe, passeggio sul bagno asciuga schiaffeggiando l’acqua con i piedi come fanno i bambini in preda all’allegria e mi ricordo delle parole di Alda Merini “Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacché non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante.”